“Aiutare chi aiuta: un sostegno alle nuove fragilità”

Intesa Sanpaolo sta da tempo affiancando Caritas Italiana in progetti di contrasto alla povertà a sostegno delle Caritas diocesane e a beneficio dei più fragili, con il programma Aiutare chi aiuta: un sostegno alle nuove fragilità, che dal 2020 si è sviluppato in tre edizioni. Gli obiettivi raggiunti con tale programma, sono stati illustrati durante un evento realizzato a Roma, presso la sede di Caritas Italiana, lunedì 6 novembre, al quale hanno partecipato le Caritas diocesane, tra cui la nostra, che hanno beneficiato di tali aiuti. L’iniziativa è stata anche l’occasione per presentare alcune opere realizzate grazie a tale programma, attraverso le testimonianze di quanti si sono impegnati in prima persona.

Ad aprire l’incontro è stato, Paolo Bonassi, Responsabile Direzione Centrale Strategic Initiatives and Social Impact Intesa Sanpaolo, il quale ha sottolineato l’impegno in campo sociale del gruppo Intesa San Paolo e la collaborazione con Caritas Italiana per questo programma di contrasto della povertà, che “nasce in piena pandemia nel 2020 per supportare le singole diocesi in un momento che era quanto mai urgente e necessario immettere risorse nel sistema” per contenere i crescenti bisogni sociali. Questa collaborazione è diventata “una vera e propria azione programmatica” che ha permesso di “offrire aiuti di beni materiali a persone in stato di bisogno, sostegno nella ricerca di lavoro e avvio di attività imprenditoriali, raggiungere centinaia di persone anziane attraverso interventi di prossimità e anche di sostenere giovani fragili nella ricerca di un futuro dignitoso per loro stessi”.

Don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, ha poi ricordato che non bisogna mai distogliere lo sguardo dai poveri e occorre creare alleanze, creare rete all’interno della Chiesa e fuori di essa, per poter essere generativi e date più opportunità e possibilità concrete a tutti. “Negli ultimi giorni – ha confidato don Marco – mi accompagna un’espressione poco bella, ma molto efficace, cioè in questo tempo così complesso credo che tutti dovremmo tornare ad essere spacciatori di opportunità”.

Ringraziando innanzitutto Banca Intesa che ha permesso “di dare opportunità concrete”, don Marco ha anche ringraziato le Caritas diocesane, che “sono quelle che mettono le mani in pasta e ogni giorno offrono queste opportunità”. Ma “non si tratta solo di dare risposte, non si tratta solo di dare servizi, ma di fare animazione di comunità”. Non si possono includere i poveri se le comunità non sono formate, se non si costruiscono comunità solidali, dove tutti sono partecipi. “Noi come Caritas – ha ribadito don Marco – ci prendiamo la responsabilità di guardare e di incontrare i poveri non soltanto nei loro bisogni, ma anche e soprattutto nelle loro risorse. Se non partiamo dalle loro risorse, noi continueremo sempre e solo a fare assistenzialismo”, mentre l’impegno primario delle Caritas deve essere la promozione delle persone in un clima di corresponsabilità.

Nel 2024 proseguirà l’impegno di Intesa Sanpaolo e Caritas Italiana a supporto delle persone più fragili attraverso una nuova edizione di Aiutare chi aiuta: un sostegno alle nuove fragilità dedicata a giovani e adulti del circuito carcerario e al sostegno delle loro famiglie.