Realizzato il MicroProgetto 68/21 KENYA “Pescare nel deserto / LODWAR”

Pubblichiamo la comunicazione del direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, relativa alla realizzazione del MicroProgetto sostenuto dalla nostra Caritas diocesana durante il tempo di Quaresima, con i contributi delle parrocchie della diocesi.

Carissimi,

sono lieto di ringraziarvi per aver scelto di essere al nostro fianco, sostenendo l’azione di Caritas Italiana, attraverso i MicroProgetti di Sviluppo: interventi concreti, nati dall’ascolto delle comunità locali coinvolte attivamente nel processo di progettazione e realizzazione di un piccolo progetto, in grado di cambiare la vita di chi soffre. Un cambiamento avvenuto anche grazie al vostro sostegno.

II MicroProgetto 68/21 KENYA “Pescare nel deserto / LODWAR”, è stato realizzato.

Kakuma refugee camp: in una zona quasi desertica nel nord-ovest del Kenya, accoglie circa 180.000 rifugiati, provenienti soprattutto dal Sud Sudan, ma anche da Somalia, Sudan e Repubblica Democratica del Congo ed è gestito soprattutto dall’UNHCR, uno forse dei più umani campi di rifugiati in Africa.

“Abbiamo da mangiare tutti i giorni al campo, ma non era mai abbastanza”, dice Deng Mabior, mamma di una bambina di 5 anni, ricoverata in ospedale per denutrizione, “Ora e diverso. Abbiamo pesce fresco tutti i giorni, e incredibile quanto sia buono e nutriente!”.

I rifugiati non hanno la possibilità di trovare un lavoro in Kenya. Da qui è nato il Vijana Twaweza Club (VTC), un’associazione di rifugiati, sostenuta da varie ONG internazionali, per “creare” lavoro all’interno del campo. Ed il MicroProgetto, sostenuto da Caritas, si e inserito nel campo, attraverso il Club.

Per Angela Achol e Glory Lukambo, due delle tante donne che partecipano al Club, lavorare per produrre cibo da condividere con gli altri rifugiati e per la propria famiglia, è stata la spinta ad aderire al VTC; perché, come recita un proverbio africano “un bambino è un bambino di tutti e tutti si devono preoccupare di lui e della sua fame”!

La produzione di pesce si inserisce in un più vasto progetto di economia circolare all’interno del campo: infatti, i rifugiati già avevano avviato una produzione di polli e grilli (ricchi di proteine) ed una coltivazione di cavoli; l’avvio ora delle vasche per la produzione di pesce, permette di usare l’acqua per innaffiare i cavoli; ed i grilli sono usati anche come mangime per i pesci.

Grazie di cuore anche a nome di tutti coloro che sono stati aiutati dal MicroProgetto.

Un caro e cordiale saluto.

don Marco Pagniello