Il conflitto, deflagrato un anno fa, il 24 febbraio 2022, continua a essere caratterizzato da bombardamenti indiscriminati nelle aree civili che non risparmiano scuole, ospedali, centri comunitari, abitazioni. L’economia di base è pressoché ferma e la vita di ogni giorno dipende quasi totalmente dagli aiuti umanitari.
I dati aggiornati dalle Nazioni Unite dipingono uno scenario a tinte fosche: sono oltre 17.7 milioni le persone che necessitano di assistenza umanitaria, più di 5.9 milioni gli sfollati interni di cui un milione sono bambini.
Secondo quanto riportato dall’UNHCR, L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, sarebbero oltre 13 milioni i cittadini ucraini ad aver varcato i confini del proprio Paese in questi mesi di guerra, cercando riparo e protezione all’estero, soprattutto in Europa. Dietro i numeri, i dati, le statistiche ci sono persone sofferenti ed è preoccupante pensare che oltre un terzo della popolazione nazionale attualmente dipende dagli aiuti umanitari, per avere accesso a tutti quei beni primari e necessari ad una vita dignitosa.
Nel frattempo la fredda stagione invernale, aggrava il quadro complessivo generando forti preoccupazioni per uomini, donne, bambini e anziani. La guerra continua a ferire l’Ucraina nonostante la neve, il fango, il gelo della stagione invernale che in alcune aree del Paese può facilmente raggiungere i -20 gradi Celsius. Gli ucraini rimasti nel territorio nazionale, impossibilitati a fuggire inseguito all’invasione russa, sono alle prese con i continui blackout che lasciano intere città o porzioni delle stesse al freddo e al buio.